Rome Total War – un classico senza tempo

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Scrivere una recensione di Rome: Total War senza citare i capitoli precedenti della saga è quasi impossibile. Il confronto con Medieval: Total War è inevitabile, e la domanda che sorge spontanea è: quanto è davvero migliorato?

La risposta non è semplice. In sintesi direi che:

  • la grafica è una generazione avanti a tutti, spettacolare come non si era mai vista prima;
  • gli assedi sono finalmente divertenti e realistici;
  • la complessità strategica è stata semplificata, con una conseguente perdita (almeno in parte) di profondità.

Grafica e prime impressioni

La prima missione ci porta all’assalto di ribelli in Toscana. Lì, la grafica lascia davvero senza parole: i discorsi di incitamento del generale, le truppe in 3D, le città… nulla a confronto esisteva all’epoca. Per goderselo al massimo, però, serviva un PC “carrozzato”: persino con una NVidia 6800 Ultra, 1 GB di RAM e un Pentium IV da 3.2 GHz, il gioco consigliava di non usare le impostazioni al massimo!


Gli assedi: finalmente epici

Una delle aggiunte migliori riguarda gli assedi. Le città hanno dimensioni e strutture coerenti con lo sviluppo urbanistico e, una volta superate le mura, la battaglia si sposta nelle strade con scontri furiosi.
Bellissimo e divertente, anche se nelle città più grandi può diventare complicato tenere tutto sotto controllo, soprattutto contro un’IA che attacca da più fronti.

Molto riuscito anche il sistema dei rinforzi: se ci sono eserciti alleati vicini, entreranno in campo dalla direzione corretta. Se hanno un generale, li comanda l’IA; se no, finiscono sotto il nostro controllo (entro i limiti di truppe gestibili).


Punti deboli del combattimento

Nonostante la grafica spettacolare, alcune scelte lasciano perplessi:

  • Troppa efficacia degli arcieri: quattro unità sono in grado di spazzare via interi reparti prima ancora che raggiungano il corpo a corpo. Persino la formazione a testuggine dei legionari risulta inutile.
  • Differenze poco marcate tra unità simili: tra le varie tipologie di legionari o tra cohorti la differenza è quasi impercettibile, mentre in Medieval ogni unità aveva un suo comportamento unico in battaglia.

Il risultato? Combattimenti belli da vedere, ma meno vari e meno strategici.


La parte strategica

Qui si nota un misto di luci e ombre. L’obiettivo rimane conquistare 50 province e diventare imperatore. Il rapporto con il Senato romano è particolare: all’inizio vi sostiene, poi vi invidia e infine vi dichiara guerra. L’unico modo per diventare imperatore è attraversare il Rubicone e affrontarlo.

Tra le novità positive:

  • Possibilità di bloccare passaggi strategici (ponti, guadi, passi montani) posizionando le legioni in mappa.
  • Costruzione di forti in legno ovunque, utili per presidiare zone chiave.
  • Gestione più dettagliata delle famiglie: generali e governatori nascono, crescono, si sposano, hanno figli e muoiono, influenzando il gameplay.

Tra le mancanze, invece:

  • Diplomazia quasi inutile: gli alleati non rispettano patti e dichiarano guerra quando vogliono.
  • Guarnigioni limitate: ogni città ha lo stesso numero massimo di truppe di presidio, indipendentemente dalle dimensioni.
  • Edifici ridotti rispetto a Medieval, con meno possibilità di specializzare le province.
  • Nessuna vera differenza stagionale: l’inverno porta solo effetti grafici, ma non cambia la strategia.

Intelligenza artificiale e multiplayer

L’IA strategica si comporta discretamente, quella tattica meno. Il multiplayer purtroppo presenta gravi problemi di sincronizzazione e bug, limitando molto un aspetto che poteva essere il fiore all’occhiello del gioco.


Conclusioni

Rome: Total War è un titolo che ha segnato un’epoca.
La grafica incredibile da sola vale l’acquisto, e l’atmosfera è unica. Tuttavia, alcune semplificazioni e scelte discutibili lo rendono meno profondo dei predecessori.

Se dovessi scegliere oggi tra Medieval e Rome, preferirei il primo per la sua varietà e complessità. Ma, dopo aver giocato centinaia di ore a Medieval, passare del tempo con Rome: Total War resta comunque un piacere.

Per chi non conosce la serie, RTW è un ottimo punto di ingresso: uno strategico a turni ambientato tra il 263 a.C. e il 14 d.C., capace di trasformarsi in tattico 3D in tempo reale durante le battaglie. Un’esperienza che, nonostante i difetti, resta memorabile.

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