Davvero non avete mai giocato a Civilization? Beh… per chi avesse vissuto su Marte negli ultimi dieci anni, ecco un rapido riassunto.
Civilization III, uscito nel 2001, è uno strategico a turni che simula l’evoluzione di una civiltà dalle origini (4000 a.C.) fino all’epoca moderna. Lo fa attraverso crescita economica, sviluppo tecnologico, diplomazia e, naturalmente, conflitti militari.
La mappa è composta da griglie quadrate generate casualmente: esplorazione, fondazione di città, gestione di risorse e rapporti con altre civiltà guidano l’intera partita.
Le basi del gioco
Ogni città è il cuore pulsante del vostro impero: più cresce, più produce unità, edifici, cultura e ricerca scientifica. Il terreno circostante fornisce cibo, materie prime e oro, che a loro volta sostengono la popolazione, l’industria e lo sviluppo tecnologico.
- Cibo → crescita della popolazione.
- Materie prime → costruzione di edifici e unità.
- Oro → mantenimento di truppe e infrastrutture, ricerca scientifica e spese per tenere felici i cittadini.
Le Meraviglie del mondo (Piramidi, Colosso di Rodi, Biblioteca di Alessandria, ecc.) sono progetti epocali che richiedono anni di lavoro, ma danno bonus permanenti al vostro impero.
Le novità di Civilization III
Rispetto a Civilization II, Civ3 porta alcune innovazioni fondamentali che hanno cambiato il modo di giocare:
- Cultura e confini nazionali: le città generano cultura che espande i confini, evitando che i rivali fondino città “abusivamente” nel vostro territorio. È persino possibile conquistare città pacificamente, se attratte dalla vostra influenza culturale.
- Risorse strategiche e di lusso: non bastano più i bonus casuali. Senza ferro non costruite spadaccini, senza petrolio non avrete carri armati. Questo sistema rende le guerre più realistiche: si combatte anche per accedere a risorse vitali.
- Commercio rinnovato: addio carovane, benvenute reti stradali e portuali. Ogni risorsa deve essere collegata per poter essere sfruttata o scambiata con altri imperi.
- Diplomazia avanzata: introdotti trattati di mutuo soccorso, embarghi, diritti di transito, oltre alla possibilità di commerciare città, mappe e tecnologie.
- Civiltà uniche: 16 popoli con tratti distintivi (es. i Greci “scienziati” e “commercianti”, gli Egizi “industriosi” e “religiosi”).
- Unità speciali e Leader: compaiono figure carismatiche dopo vittorie importanti, capaci di creare armate o accelerare la costruzione di una Meraviglia.
- Forme di governo: via il Fondamentalismo, restano le classiche Monarchia, Repubblica, Democrazia, Comunismo, ecc.
Aspetti tecnici e limiti
La grafica fu accolta bene: più dettagliata, più naturale nei paesaggi, anche se l’assenza dei filmati per le Meraviglie deluse molti fan. Le animazioni delle unità erano carine, ma i leader avversari sembravano “gommati” rispetto alle espressive sequenze in FMV di Civ2.
Il vero tallone d’Achille? Le prestazioni. Anche su PC oltre i requisiti minimi, l’IA poteva impiegare diversi minuti per completare un turno su mappe grandi, costringendo i giocatori a ridurre le dimensioni delle partite.
La colonna sonora invece resta memorabile, adattandosi al periodo storico e creando un sottofondo epico e coerente.
Infine, va ricordato il potente editor di scenari, che permise ai fan di creare mappe e campagne personalizzate, prolungando enormemente la vita del gioco.
Espansioni e eredità
Civilization III venne ampliato con due espansioni ufficiali:
- Play the World (2002), che introdusse il multiplayer.
- Conquests (2003), con nuovi scenari, civiltà, meraviglie e unità.
Queste aggiunte consolidarono Civ3 come titolo imprescindibile, prima che il testimone passasse a Civilization IV (2005), considerato da molti la vera evoluzione della serie.
Conclusioni
Civilization III resta un capitolo fondamentale della saga: non perfetto, a volte lento e spigoloso, ma ricco di idee che hanno plasmato l’intero franchise.
Per chi non aveva mai toccato Civ2, fu un gioco rivoluzionario e imperdibile. Per i veterani, un degno erede con abbastanza novità da giustificare l’acquisto, pur lasciando qualche rimpianto.
Personalmente, dopo aver amato Civ2, passare a Civ3 fu naturale e non sono mai tornato indietro: un titolo che, nonostante l’età, rimane nel cuore di chi l’ha giocato fino a notte fonda, “solo un altro turno” alla volta.